Il Signor Mario, proprietario di una maestosa cascina risalente ai primi dell’800, stipula nel 2015 un contratto di affitto con la Signora Filomena, per l’esercizio di un’attività di ristorazione. L’immobile, situato alle pendici del Monte Cimone, ospita, ogni stagione, migliaia di turisti italiani e stranieri, per via della posizione geografica e per la buona cucina di Filomena.
A causa delle misure anti Covid imposte dal Governo durante i primi mesi del 2020, il ristorante “A Cas(c)ina” subisce molte perdite. In più, il Signor Mario, continua a pretendere l’affitto nonostante il periodo difficile.
Filomena è obbligata ad attingere ai suoi risparmi per coprire tutte le spese, tranne quelle relative all’affitto, in quanto molto alte.
Filomena, però, non hai mai pensato di lasciare la sua Cas(c)ina, anche quando, alle strette, chiede un aiuto economico al suo caro genero Giovanni. La Signora Filomena, infatti, conserva sempre un interesse alla detenzione della cascina locata, custodendo nella stessa il futuro dei propri nipoti.
Il Signor Mario, constatando l’inadempimento di Filomena, decide di consultare un avvocato per intimare lo sfratto per morosità in relazione ai canoni maturati per i mesi da marzo a luglio 2020.
L’avvocato, affermando l’assenza di una norma che elimini l’obbligo di pagare i canoni dovuti durante il lockdown, sottolinea che i giudici di merito, pur giustificando il ritardo, confermano l’obbligo per i conduttori di saldare le somme dovute.
Ciononostante, l’avvocato, onestamente, mette al corrente il Signor Mario che, per molti altri giudici, invece, è “giustificato” il mancato pagamento dei canoni da parte dei conduttori di locazioni commerciali che non hanno potuto esercitare la loro attività a causa delle disposizioni di contenimento dei contagi da Covid-19.
In particolare, l’avvocato richiama la recente ordinanza del 30 luglio 2020 del Tribunale di Catania, che ha imposto di valutare la gravità dell’inadempimento ai fini della risoluzione del contratto, consentendo la valutazione di tutte quelle circostanze indiscutibilmente esistenti in un’ottica di equità sostanziale, che abbiano causato l’inadempimento del conduttore.
Alla luce di quanto esposto, l’avvocato consiglia al Signor Mario di rivolgersi alla Camera di Mediazione Nazionale di Modena per accordarsi con la Signora Filomena – per i mesi da marzo a luglio – su una percentuale di riduzione del canone (così come statuito dallo stesso Tribunale di Venezia con ordinanza del 28 luglio 2020).
Il Signor Mario accetta di buon grado e decide di accedere al procedimento di mediazione per risolvere, il prima possibile, la questione e ottenere il denaro che gli spetta.
In questo modo, anche la Cas(c)ina Filomena ne gioverà e potrà continuare a splendere lì sul Monte Cimone…