La parte sul numero di avvocati in Italia è tratta da Il Punto Economico

Secondo il report European Justice Scoreboard 2024, il nostro paese è 1° tra i grandi paesi europei per numero di avvocati in proporzione agli abitanti.

Per la precisione, in Italia ci sono 236.946 avvocati, circa 400 ogni 100.000 abitanti: un numero molto maggiore rispetto a quelli nostri pari europei.
Ma come ci siamo ritrovati in questa situazione? Una delle ragioni principali è sicuramente l’assenza del numero chiuso nei corsi di giurisprudenza. Se l’Italia è infatti uno dei paesi con più avvocati in Europa lo si deve ad un’offerta formativa poco selettiva, che ha permesso a tanti studenti di poter accedere a giurisprudenza.

Detto ciò, c’è una precisazione da fare. Se guardiamo alla distribuzione geografica degli avvocati nel nostro Paese, si nota come a contribuire maggiormente alla loro proliferazione sia il Sud Italia, dove si registra una densità di legali superiore alla media del paese.
Alcune regioni, come la Calabria e la Campania, registrano valori particolarmente elevati di avvocati per 1.000 abitanti, con rispettivamente 6,6 e 6, rispetto alla media italiana di 4,0, come riportato dal report della Cassa Forense.

L’evidente sproporzione tra numero di legali e numero di cause ha portato nel corso del tempo allo sviluppo di una fortissima concorrenza tra i vari studi legali.

Questa forte concorrenza, combinata con la scarsa offerta di lavoro, ha causato una drastica riduzione dei redditi medi annui.
Nonostante tra il 2021 e il 2022 i redditi siano aumentati del 5,4%, in 10 anni sono diminuiti del 16,5%; insomma, i valori del 2012 rimangono lontani. Questa concorrenza ha avuto logicamente un impatto maggiore proprio nelle regioni con una densità di avvocati superiore alla media.

Tuttavia come abbiamo visto nei giorni scorsi è proprio nel centro sud che si fa ricorso maggiormente allo strumento della mediazione, in particolare post riforma Cartabia. E proprio il ricorso alla mediazione può essere uno strumento di incremento del lavoro per gli studi legali. Si dice infatti a torto che questo tipo di procedura non convenga agli studi legali perché porta a una riduzione dei guadagni rispetto alle procedure ordinarie, quando in realtà l’esistenza della mediazione consente, soprattutto ai giovani avvocati, intanto di superare il pregiudizio della “causa che pende, causa che rende” e poi consente in realtà di aumentare il volume di affari in quanto questo strumento non è stato introdotto per disincentivare il ricorso alla giustizia, quanto per offrire una procedura alla portata di tutti. Facciamo un esempio semplice: in un risarcimento danni è più conveniente per la parte lesa portare comunque a casa un risultato, o affidarsi a come il giudice interpreta la norma? La seconda opzione è più rischiosa perché una causa civile si può perdere. In mediazione, se si raggiunge un accordo, si vince sempre. Da anche l’idea di poter avere una “giustizia amica”.

Lo stato attuale del mercato degli avvocati ha di fronte l’opportunità di sviluppare il segmento delle ADR, uno strumento rapido ed efficace per incrementare il lavoro e portare alla soddisfazione del cliente.